Costruzioni liquide
Sono stato cacciato da un paradiso, come posso io darne notizia?
Se non fosse l’amarezza delle lacrime, le crederei
i fiumi di quel paradiso
Ibn Hamdis, “Il canzoniere”
Il fiume in cui da piccolo costruivo le dighe, quella lama in cui facevo il bagno, quel lago guadato più volte.
Ho imparato a nuotare buttandomi nel mare. Non avevo paura: mi inquietava tutto ciò che stava tra me e il fondale, forse anche lo stesso fondale.
Non mi è mai servito nuotare, qualche volta forse, ma chi nuota davvero? Chi scappa. Chi non fugge si lascia trasportare dall’eco dello slancio, da quel passo ‘lunare’, fluttuando come spinto da una forza sconosciuta.
Nessuno nuota: passeggiamo a grandi balzi, con paura di ciò che ci circonda, con inquietudine poggiamo i piedi chiedendoci se quando ricadremo ci sarà sabbia, roccia, melma o qualcosa di sconosciuto al tatto.
Nessuno nuota davvero ma chiunque è abile nel costruire dighe, pietra su pietra, blocco su blocco, spiraglio e ciottoli; fingiamo di poter deviare fiumi e rallentarli, quando in realtà ci adeguiamo al loro corso.
Il fiume sgorga da quel suo piccolo foro sui monti, in luoghi in cui probabilmente non saremo in grado di respirare, scivola crudele e nuota nella terra per tuffarsi, in un unico balzo, nell’enorme distesa blu.
Abbassiamo la testa nella fresca lama che gelida quasi toglie il respiro, con gli occhi chiusi che mostrano immagini care, respiriamo nella memoria dell’acqua, di quel freddo che rinforza e apre. Nulla è più liberatorio di trattenere il respiro in un fiume freddo dal movimento caldo, lasciando i muscoli rilassati, ascoltando il flusso che non si ferma mai, che distrugge quella accozzaglia di pietre che ci siamo costruiti attorno, che attraversa i fondali della terra, che costruisce laghi, tutti liberi, tutti connessi dalla testa ai piedi: una connessione umana.
L’acqua che scivola nella nostra vita non inciampa ma garantisce la possibilità di non inciampare. I fiumi sono il paradiso dell’infante e dell’anziano, il mare è quel luogo in cui l’adulto ritrova sé stesso e non ci saranno mai vere dighe.